Babylon, nuova fatica di Damien Chazelle, esce nelle sale il 19 gennaio. Notizie.it l'ha visto in anteprima: le prime impressioni.
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Frenetico e incalzante come Whiplash, fiabesco e colorato come La La Land, con Babylon Damien Chazelle dipinge sul grande schermo un ritratto disilluso e inclemente della Hollywood degli anni Venti e Trenta. Un periodo decisivo per la fabbrica dei sogni, pieno di cambiamenti e sperimentazione: le immagini in movimento prendono ulteriore vita, conquistando il sonoro.
Seguendo le storie intrecciate dei protagonisti principali, il regista ci trasporta in una Hollywood sontuosa e senza pudore, dove le folli feste durano fino all’alba, gli attori arrivano ubriachi sul set e chiunque può avere la sua occasione per brillare.
La società della fine degli anni Venti subisce dei profondi cambiamenti riguardanti il pudore e la moralità, che non possono non coinvolgere anche l’industria cinematografica: è qui che lo sfavillante sogno finisce per scontrarsi con la dura realtà. In quel periodo, infatti, viene introdotto il Codice Hays, che contiene tutti i principi etici e un sistema di regole rigide rispetto a ciò che è lecito mostrare sul grande schermo. Questo stringente apparato di censura ha condizionato tutta la produzione cinematografica degli Stati Uniti fino agli anni Cinquanta. Inoltre, nello stesso periodo, l’arrivo del sonoro ha portato non poche complicazioni all’interno dei set hollywoodiani, con i tecnici che tentano di rapportarsi ai nuovi mezzi tra mille difficoltà e attori in crisi perché abituati ad uno stile di recitazione completamente diverso rispetto a quello che le nuove tecnologie stanno introducendo. Damien Chazelle scatta una fotografia divertente e disincantata delle incertezze e del caos di questo cambiamento storico nell’industria dei sogni, rappresentato anche in uno dei classici della storia del cinema, Singin’ in the Rain (regia di Stanley Donen e Gene Kelly, 1952), film ampiamente citato in Babylon.
Il regista descrive una parabola narrativa che vede una prima parte brillante, sfarzosa e sfacciata dell’epoca del cinema muto e una seconda parte, che riguarda il passaggio al sonoro e alla censura, più cupa e cruda. Alcune scene del secondo tempo sembrano essere eccessivamente aspre o appaiono, in qualche modo, come divagazioni non necessarie, quasi a rompere il ritmo del racconto. Tuttavia, esse rendono perfettamente, anche a livello narrativo, la confusione e il disordine di una Los Angeles che si stava trasformando nella capitale dell’industria cinematografica che conosciamo oggi.
L’incontenibile frenesia del mondo hollywoodiano viene rispecchiata anche nella regia e nella messa in scena: le panoramiche a schiaffo e il ritmo incalzante fanno da padroni, insieme a piani sequenza scrupolosamente coreografati e alla colonna sonora da Golden Globe di Justin Hurwitz.
Divertente, sognatore, ma anche crudo e disilluso. La Hollywood dell’epoca d’oro di Chazelle è una fantasticheria sfavillante di paillettes, elefanti e stranezze meravigliose dove tutto si può realizzare e in cui i danni collaterali – coloro che rimangono vittime di questo processo creativo – non sono importanti, perché sono solo ingranaggi all’interno di una grande e inarrestabile macchina delle meraviglie.
Un film da amare o detestare, senza mezzi termini, che rimane senza dubbio un ritratto caotico e appassionato della Golden Age cinematografica.
Questo cammino fantastico verso la disillusione è costellato da citazioni – come lo era anche La La Land – che rimarcano il grande amore di Chazelle per il cinema, che, in Babylon, rimane l’unica vera ancora di salvezza universale: un’illusione in celluloide che è e sarà sempre una fuga dalla realtà e un rifugio nel sogno.
Babylon segue le vicende di diversi personaggi che vivono la Hollywood classica al suo massimo splendore: si tratta di una vera e propria immersione all’interno della Golden Age del cinema, con il suo sfarzo, i suoi eccessi, la sua depravazione e la sua fiabesca magia.
Il cast corale di Babylon, vede fra i protagonisti principali Manny Torres (Diego Calva), un galoppino tuttofare che sogna di lavorare sul set, Nellie LaRoy (Margot Robbie), la ragazza del New Jersey che vuole diventare una stella del cinema, Jack Conrad (Brad Pitt), l’attore affermato che si sposa e si risposa in continuazione, infine Sidney Palmer (Jovan Adepo), un giovane trombettista di talento che vorrebbe fare carriera nel mondo dello spettacolo.