Eli Roth porta sul grande schermo un adattamento del celebre e coloratissimo videogioco Borderlands, sviluppato dalla Gearbox Software, ma il risultato non sembra raggiungere il livello sperato dai fan. Il film esce al cinema il 7 agosto.
Borderlands: trama
Borderlands segue la storia di Lilith (Cate Blanchett), una cacciatrice di taglie con un passato misterioso sul pianeta Pandora. Il CEO interplanetario Atlas (Edgar Ramírez) le affida il compito di salvare sua figlia, Tiny Tina (Ariana Greenblatt). La ragazzina è, infatti, stata rapita da Roland (Kevin Hart), un mercenario che viaggia insieme a Krieg (Florian Munteanu) e alla stravagante scienziata Tannis (Jamie Lee Curtis). L’improbabile gruppo, accompagnato dal fedele robottino logorroico Claptrap (doppiato da Jack Black), intraprende un viaggio pericoloso alla ricerca della leggendaria “vault” che potrebbe contenere un potere immenso.
Un cast d’eccezione
Borderlands si inserisce all’interno del trend degli adattamenti cinematografici dei videogiochi. Queste operazioni crossmediali stanno producendo dei veri e propri gioiellini nell’ultimo periodo, come ad esempio le serie di The Last Of Us e Fallout o il film d’animazione Super Mario. A differenza dei citati, però, il film di Eli Roth non sembra altrettanto riuscito. Infatti, la trama risulta debole, reggendosi principalmente sulle citazioni al videogioco omonimo e su un cast composto da nomi eccezionali. Cate Blanchett è, come sempre, splendida e fa del suo meglio per rendere la sceneggiatura credibile, anche se la scrittura dei dialoghi è comunque pigra. Jamie Lee Curtis risulta sprecata nel suo ruolo, mentre purtroppo il lavoro di doppiaggio di Jack Black andrà a perdersi con la versione italiana. La trama è costruita su un intreccio molto semplice, se non banale: un gruppo eterogeneo di persone è costretto a collaborare, inseguito dai cattivi, per arrivare per primo all’obiettivo. Il colpo di scena finale è facile da indovinare fin dalle prime scene del film, lasciando pochissimo spazio ad un’effettiva sorpresa.
Un film visivamente esplosivo, ma vuoto
Dopo il successo di Borderlands 3, l’ultimo videogioco della saga uscito nel 2019, Gearbox Software ha dato l’ok per la realizzazione di quella che, nei piani, sarà una saga cinematografica. Questo film di apertura, però, sta ricevendo parecchie critiche negative che potrebbero annullare il progetto di un’eventuale serie, parallela a quella videoludica.
Borderlands offre alcune buone sequenze d’azione, che richiamano la modalità di gioco del coloratissimo e cartoonesco sparatutto in prima persona. Il tono comico e irriverente del videogioco originale, però, viene trasposto in maniera eccessiva, sopra le righe. L’elemento di divertimento, dunque, non è sfruttato al meglio, portando a battute che spesso non funzionano e personaggi che sembrano più caricature che figure credibili. Trucco e costumi sono decisamente azzeccati, nello stile del materiale originale. Questi dettagli che ammiccano ai fan, tuttavia, migliorano sicuramente la qualità del film, ma non bastano. La componente visiva, infatti, è decisamente l’aspetto migliore di questo prodotto, che si limita, però, ad essere tale: la sensazione è quella di vedere un’operazione commerciale. Il lungometraggio di Roth intrattiene e non annoia, ma rimane vuoto.
In sintesi, Borderlands manca di originalità – o comunque di sforzo creativo a livello di scrittura. Il film di Roth non riesce a catturare lo spirito caotico e divertente dell’amatissima saga videoludica, risultando in un’esperienza cinematografica che tutto sommato non annoia, ma rimane dimenticabile.