Docusfera: un viaggio tra storie romane e identità perdute

Un'immersione nelle vite di chi vive ai margini della società romana.

Un incontro con la realtà romana

La quarta edizione di Docusfera ha offerto al pubblico un’opportunità unica di immergersi nelle storie di vita di chi vive ai margini della società romana. Durante l’evento, i registi Riccardo Baiocco e Giansalvo Pinocchio hanno presentato il loro documentario Mi chiamano Cipolla, che racconta la vita di Jasmin Ramovic, un giovane che vive in un campo rom, in attesa di una casa popolare. Questo film non è solo un resoconto della sua vita, ma una profonda riflessione sull’identità e sulla ricerca di un posto nel mondo.

La genesi di un progetto emozionante

Il documentario è nato sei anni fa come un’esercitazione di regia, ma si è trasformato in un lungometraggio grazie all’interesse della comunità di Sant’Egidio e alla distribuzione. Baiocco e Pinocchio hanno condiviso le sfide affrontate durante la produzione, sottolineando come il progetto sia diventato un viaggio emotivo, ricco di incertezze e scoperte. La narrazione si sviluppa attraverso un mix di stili e generi, riflettendo la complessità delle esperienze vissute dai protagonisti.

Il cortometraggio Soleombre e il concetto di assenza

Un altro pezzo forte della serata è stato il cortometraggio Soleombre, diretto da Valerio Pisano e Luca Grimaldi. Questo lavoro esplora il tema dell’assenza attraverso la figura di Uno Solo, un musicista che incarna le dicotomie della vita moderna. I registi hanno spiegato come il linguaggio visivo e narrativo fosse cruciale per esprimere l’indefinibile, creando un racconto che si concentra su ciò che non è presente. La scelta di utilizzare due macchine da presa ha aggiunto un elemento di movimento e dinamismo, rendendo il racconto ancora più coinvolgente.

Un evento che celebra la cultura romana

Docusfera non è solo un festival di cinema, ma un’importante piattaforma per dare voce a storie spesso trascurate. La serata ha messo in luce la ricchezza della cultura romana, invitando il pubblico a riflettere sulle vite di chi vive ai margini. Con la proiezione di Amor di Virginia Eleuteri Serpieri, il festival continua a esplorare temi di grande rilevanza sociale, rendendo ogni incontro un’opportunità per comprendere meglio la complessità della vita a Roma.

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