Eterno visionario: un viaggio tra i fantasmi di Pirandello

Un'analisi del film che esplora la vita e i demoni di Luigi Pirandello

Un film specchio tra realtà e finzione

Il nuovo film di Michele Placido, Eterno visionario, si presenta come un’opera d’arte che riflette le complessità e le contraddizioni della vita di Luigi Pirandello. Attraverso una narrazione che si snoda tra passato e presente, il regista riesce a catturare l’essenza di un autore che ha saputo esplorare le profondità dell’animo umano. La pellicola si apre con Pirandello in attesa di Marta Abba, un momento che segna l’inizio di un viaggio emotivo e intellettuale, dove il confine tra realtà e finzione si fa sempre più labile.

La carnalità del teatro e del cinema

Placido, nel suo approccio viscerale, non si limita a raccontare la storia di Pirandello, ma la vive. La sua regia è intrisa di una passione palpabile per il teatro, che diventa quasi un atto devozionale. I corpi dei personaggi si muovono con grazia e intensità, creando un’atmosfera che invita lo spettatore a immergersi completamente nella narrazione. La presenza di fantasmi, lungi dall’essere un elemento puramente metaforico, diventa un modo per esplorare i demoni interiori di Pirandello, rendendo il film un’esperienza carnale e coinvolgente.

Un viaggio attraverso la storia e i ricordi

La sceneggiatura di Eterno visionario, scritta da Placido insieme a Matteo Collura e Toni Trupia, si snoda attraverso un intricato mosaico di eventi storici e personali. Dalla prima mondiale di Sei personaggi in cerca d’autore fino ai tumultuosi anni della prima guerra mondiale, ogni scena è un tassello che contribuisce a costruire il ritratto di un uomo in lotta con i propri fantasmi. La narrazione si arricchisce di riferimenti storici e culturali, creando un legame profondo tra l’opera di Pirandello e il contesto in cui è stata creata.

Un’interpretazione intensa e coinvolgente

Fabrizio Bentivoglio, nel ruolo di Pirandello, offre un’interpretazione che va oltre la mera recitazione. Il suo monologo allo specchio è un momento di intensa introspezione, dove l’attore riesce a incarnare l’essenza del personaggio. La pellicola culmina in una fuga berlinese che mescola immagini di archivio e momenti di pura emozione, lasciando lo spettatore con una sensazione di smarrimento e meraviglia. Eterno visionario non è solo un film su Pirandello, ma un viaggio nell’animo umano, un’esplorazione delle sue paure, delle sue speranze e dei suoi sogni.

Scritto da Redazione Cineverse

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