Festival del cinema documentario a Roma: un viaggio tra realtà e emozioni

Dal 5 al 9 dicembre, il cinema Aquila ospita storie di vita e lotte umane.

Un festival in crescita

Il Rome International Documentary Film Festival, giunto alla sua terza edizione, si prepara a stupire il pubblico con una selezione di film che esplorano le complessità delle relazioni umane in contesti difficili. In programma dal 5 al 9 dicembre presso il Nuovo Cinema Aquila, il festival promette di essere un’importante vetrina per i documentari, con opere che affrontano temi di grande attualità e rilevanza sociale.

Sezioni del festival

Il festival è suddiviso in tre sezioni principali: World-Doc, Ita-Doc e Short-Doc. Ogni sezione presenta una selezione di film che raccontano storie di vita, conflitti e speranze. Il World-Doc include undici documentari provenienti da tutto il mondo, tutti incentrati sulle relazioni familiari in situazioni di crisi, come guerre e disuguaglianze. Tra i titoli spiccano 1489 di Shoghakat Vardanyan e Happiness to All di Filip Remunda, opere che promettono di toccare il cuore degli spettatori.

Documentari italiani in evidenza

La sezione Ita-Doc si concentra sui migliori documentari italiani, con nove opere che raccontano storie di conflitti interiori e lotte sociali. Film come Bosco grande di Giuseppe Schillaci e Come se non ci fosse un domani di Riccardo Cremona e Matteo Keffer offrono uno sguardo profondo sulle realtà più inquiete del nostro paese. Questi documentari non solo intrattengono, ma invitano anche alla riflessione su temi cruciali come l’identità e la resilienza.

Corti documentari e giurie

La sezione Short-Doc presenta cortometraggi documentari, disponibili sia in sala che in streaming sulla piattaforma MyMovies ONE. I film in questa categoria, come 4.3 di Vasilii Ovchinnikov e Micdrop di Kallol Mukherjee, offrono uno sguardo fresco e innovativo su temi contemporanei. A presiedere le giurie saranno nomi di spicco del panorama cinematografico, tra cui il regista ucraino Sergei Loznitsa e la regista australiana Eva Orner, il che garantisce un’analisi critica e approfondita delle opere in concorso.

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