Carpire i personaggi e il loro mondo, ma non le idee di gameplay: i film tratti da videogiochi vogliono rubare solo la storia!L’eccezione? Assassin's Creed!
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I film tratti da videogiochi tanto da aver vissuto diverse fasi ed evoluzioni. Sono stati una novità di serie B negli anni ‘90, film d’azione negli anni 2000 e ora cercano di diventare mitologie seriali come lo sono su console. Una cosa li caratterizza davvero: la risoluzione nel riprendere temi e personaggi dalle trame, ma mai idee visive dal gameplay.
Paradossalmente, i film tratti da videogiochi non vogliono portare lo svolgimento videoludico al cinema. Trasposizione cinematografica del videogame di grande successo sviluppato dalla Ubisoft, Assassin’s Creed, invece, appare allo spettatore non gamer come una sorta di “Codice Da Vinci” nel quale l’autore non si è speso per mantenere il segreto fino alla fine, riparandosi in qualche modo dall’impatto con la rivelazione finale tramite un percorso ben costruito.
Ecco dunque i più visti:
Lynch è un criminale che ha passato la vita entrando e uscendo di prigione. Condannato a morte, viene salvato, quando ha già l’ago dell’iniezione letale in vena, da una dottoressa della Abstergo, una multinazionale dietro cui si nasconde l’antico e misterioso Ordine dei Templari. Avendo individuato in Callum l’ultimo discendente dell’andaluso Aguilar de Nerha, la dottoressa vuole costringerlo a rivivere i propri ricordi ancestrali. Tutto ciò, attraverso un futuristico macchinario denominato Animus. Mettendo così i Templari sulle tracce della smarrita mela dell’Eden, la reliquia in grado di controllare il libero arbitrio.
Complicatissimo intreccio nipponico di animismo, fantascienza e apocalisse di Final Fantasy: The Spirits Within. Pietra miliare di un mondo ormai morto (la recitazione fotorealistica in computer grafica senza motion capture) fu uno sforzo senza paragoni, con un esito commerciale non eccelso ma che a suo modo ha fatto storia.
L’unico vero videogioco diventato serie di film. Era il 2002 quando Paul W. S. Anderson e Milla Jovovich si univano per dare vita al primo film della serie. Nel 2016 è uscito il capitolo finale: 14 anni di produzioni caratterizzate da stilizzazione, tenacia e pochissimo riguardo per lo svolgimento del videogame. Resident Evil al cinema è diventato a tutti gli effetti una caso a parte.
Con l’apporto fondamentale di Christoph Gans alla regia e l’aiuto di Roger Avary alla sceneggiatura, Silent Hill ha tradotto la sensazione che il videogioco suscitava nel suo equivalente sul grande schermo. Lo si può tranquillamente definire uno dei film più cruenti, violenti e genuinamente spaventosi che ci siano, sebbene si muova su una trama molto ordinaria.
È di Uwe Boll. Il regista tedesco è diventato tristemente famoso per essere considerato uno dei peggiori registi contemporanei, anche per il lavoro fatto su molti brutti film tratti da videogiochi. Postal però è diverso, è un trionfo di politicamente scorretto, umoristico, rabbioso e spietato. Approvato!
Il primo film da videogames a vantare una vera star – aveva un’icona, Angelina Jolie, che interpretava Lara Croft. Un film e un sequel che scimmiottavano Indiana Jones, come del resto faceva anche il videogame, ma si è guadagnato un posto solido nella storia del genere.
Negli anni ‘90 non era pensabile prescindere da volto e corpo di uno dei grandi action hero dell’epoca per adattare un “picchia duro”. Venne così Van Damme e gli venne appiccicato il ruolo di Guile, anche se proprio lui aveva già fatto “Senza esclusione di colpi” (all’epoca considerato ciò che di più vicino ci fosse a Street Fighter). Il film ufficiale non raggiunge però la perfezione dell’idea del torneo, dei molti confronti, stili e della parabola ascendente del campione.
Il primo dei film tratti da videogiochi è Bob Hoskins, Dennis Hopper e John Leguizamo per una versione incredibilmente metropolitana del mondo colorato di Nintendo. Nessuna edulcorazione, la scelta fu di trasformare il look di Super Mario e cercare un realismo fantastico estremamente lontano dall’iconografia nipponica che fino a quel momento era stata costruita intorno al personaggio. Per quanto fisicamente perfetto, il Super Mario di Bob Hoskins non ride mai, il Koopa di Dennis Hopper è quantomeno discutibile. Di certo non sì può dire che non abbiano cercato di essere autonomi.
Un altro film che rientra nella categoria dei film tratti da videogiochi è Warcraft. Odiato in America, amato in Cina, di certo poco centra con il videogioco. Nonostante ne riprenda razze, mondo e personaggi, il film di Duncan Jones cerca limitatamente di consentire allo spettatore di poter provare empatia con entrambi gli schieramenti, ma davvero le similitudini finiscono lì. Con una valanga di dettagli che solo chi ci ha giocato può cogliere. Il film è e rimane una cosa molto diversa dalla serie Blizzard.
Da i film tratti da videogiochi ricordiamo anche Jake Gyllenhaal, che dopo Angelina Jolie, può essere considerato una vera star che si è prestata a dare il volto ad un eroe da videogame. Se Tomb Raider era un classico moderno, Prince of Persia è una serie videoludica storica. Il film non rispetta niente, soprattutto il minimalismo. Si concentra più sui capitoli moderni della serie, almeno per il look.
Forse il miglior adattamento di sempre di un picchia duro. Di nuovo Paul W. S. Anderson. Completamente scriteriato ma perfetto nella color palette e nei costumi, dotato di una recitazione ai minimi livelli ma di coreografie dei combattimenti interessanti, pronto a disprezzare la trama ma focalizzato sui duelli. Mortal Kombat afferma che se proprio si deve adattare un picchia duro bisogna rispettarne la natura non narrativa.