Argomenti trattati
Il regista di Tuo, Simon mette in scena una commedia romantica ambientata alla NASA, durante la preparazione dello sbarco sulla Luna. Fly me to the moon è nelle sale italiane dall’11 luglio.
Fly me to the moon: trama
La pubblicista Kelly Jones (Scarlett Johansson) viene assunta dalla NASA per rendere più appetibile per il pubblico la missione dell’Apollo 11. Per riuscire a farlo, però, dovrà scontrarsi con il direttore del programma di lancio Cole Davis (Channing Tatum), deciso a portare a termine la missione senza distrazioni. Tra i due, tuttavia, scatterà la scintilla.
Un film frizzante, ma dall’identità confusa
Greg Berlanti dirige due interpreti eccezionali: Scarlett Johansson nei panni di un’astuta e talentuosa pubblicista e Channing Tatum nel ruolo del severo e sfuggente astronauta. La chimica fra i due protagonisti è ciò che rende solido il film, un po’ carente, invece, dal punto di vista della scrittura. La sceneggiatura di Rose Gilroy, infatti, non sempre riesce a mantenere un ritmo degno delle premesse della storia. Inoltre, Fly me to the moon sembra non riuscire a trovare una vera e propria identità, tra la commedia romantica e il racconto della realizzazione del Progetto Artemis. Tra l’altro, questo doveva essere il titolo del film, che originariamente doveva avere come protagonista maschile Chris Evans e al timone della regia Jason Bateman, prima che lasciasse la produzione per divergenze creative.
Il potere delle immagini
All’interno di Fly me to the moon troviamo una riflessione sul potere delle immagini. Infatti, diventa chiaro come la trasmissione delle immagini dell’allunaggio sia assolutamente fondamentale ai fini di portare a termine la missione stessa. Occorre il coinvolgimento del pubblico, riconquistare l’interesse e la fiducia delle masse, perché il progetto continui ad essere finanziato. Si tratta di un fattore decisamente fedele alla realtà di quegli anni: la perdita di consensi della NASA dopo il fallimento dell’Apollo 1 stava portando il governo degli Stati Uniti a ridurre i fondi per le missioni spaziali. A salvare la situazione è stato proprio il lavoro di marketing intorno a quello degli ingegneri aerospaziali. Le immagini diventano quindi veicolo di credibilità e costruiscono senso intorno ad un argomento lontano dall’interesse dell’opinione pubblica. Il film strizza ironicamente l’occhio anche alle teorie complottiste che vedrebbero lo sbarco sulla Luna come un’operazione interamente finta, girata da Stanley Kubrick.
Fly me to the moon – Le due facce della Luna è un film godibile, leggero e perfetto per una serata al cinema senza troppe pretese. Nelle sale italiane dall’11 luglio.