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Un’edizione travagliata
L’edizione 2024 della fiera Più libri Più liberi, in programma dal 4 all’8 dicembre presso la Nuvola di Roma, si preannuncia come una delle più controverse della sua storia. La polemica è scoppiata dopo l’invito del filosofo Leonardo Caffo, attualmente sotto processo per maltrattamenti e lesioni nei confronti della sua ex compagna. Questo invito ha sollevato un acceso dibattito all’interno del mondo editoriale, portando a una serie di ritiri da parte di autori e case editrici.
Le reazioni degli autori
Tra i nomi di spicco che hanno deciso di non partecipare alla fiera c’è Zerocalcare, il noto fumettista, che ha espresso il suo disappunto attraverso storie su Instagram. Ha sottolineato la delusione per un ambiente che non sembra avere gli strumenti necessari per affrontare la questione della violenza di genere. Anche Bao Publishing, la casa editrice di Zerocalcare, ha preso posizione, evidenziando l’importanza di distaccarsi da pratiche comunicative che non rispecchiano i loro valori.
Le giustificazioni di Chiara Valerio
Chiara Valerio, curatrice della fiera, ha difeso la sua scelta di invitare Caffo, appellandosi al principio del garantismo. In un’intervista a Propaganda Live, ha affermato che ogni individuo ha il diritto di esprimersi fino a condanna definitiva. Tuttavia, la sua posizione ha suscitato ulteriori polemiche, con molti che ritengono inappropriato dare spazio a chi è accusato di violenza.
Il ritiro di altri nomi noti
Non solo Zerocalcare, ma anche altri nomi noti del panorama editoriale italiano hanno deciso di ritirarsi. Fumettibrutti, Pietro Turano e Sio, tra gli altri, hanno espresso il loro dissenso, sottolineando l’importanza di credere alle vittime di violenza. Sio, in particolare, ha annunciato una donazione a un’organizzazione femminista, evidenziando il suo impegno contro la violenza maschile.
Le case editrici in dissenso
Numerose case editrici hanno seguito l’esempio degli autori, rinunciando a partecipare alla fiera. Fandango Libri, Blackie Edizioni e Racconti Edizioni hanno espresso il loro dissenso, non solo per le recenti polemiche, ma anche per sostenere le librerie romane in un periodo cruciale per le vendite. Queste scelte evidenziano un clima di tensione e divisione all’interno del settore editoriale, che si trova a dover affrontare questioni di grande rilevanza sociale.