L'attrice celebra trent'anni di carriera con l'Ulivo d'Oro, riflettendo su esperienze e insegnamenti.
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Il 16 novembre, durante la 25° edizione del Festival del Cinema Europeo, Giovanna Mezzogiorno ha ricevuto l’Ulivo d’Oro alla carriera, un premio che celebra i suoi trent’anni di attività nel mondo del cinema. L’attrice, visibilmente emozionata, ha condiviso con la stampa alcuni momenti significativi del suo percorso artistico, sottolineando l’importanza di questo riconoscimento non solo per lei, ma anche per il suo lavoro e le sue esperienze.
Durante l’incontro, Mezzogiorno ha risposto a una domanda del pubblico riguardo alle soddisfazioni e alle difficoltà che ha incontrato nel suo cammino. “Questo lavoro mi ha regalato più soddisfazioni di quelle che realmente immaginavo”, ha affermato, evidenziando come il mondo del cinema possa essere tanto affascinante quanto complesso. L’attrice ha anche parlato della pressione del giudizio, affermando che, sebbene le donne possano sentirsi più esposte, anche gli uomini affrontano le loro sfide, spesso in modo più nascosto.
Giovanna Mezzogiorno ha recentemente intrapreso il percorso di regista con il cortometraggio “Unfitting”, un’esperienza che ha descritto come entusiasmante e rivelatrice. “Da attrice vivi il tutto in maniera diversa, mentre da regista è tutto così diretto e concreto”, ha spiegato, esprimendo il desiderio di continuare a esplorare questa nuova dimensione creativa. Tuttavia, ha anche ammesso di sentirsi ancora insicura riguardo alla realizzazione di un lungometraggio, evidenziando le sfide che comporta il passaggio a ruoli più complessi.
Quando le è stato chiesto se recitare significhi indossare una maschera o toglierla, Mezzogiorno ha risposto che si tratta più di un processo di esplorazione interiore. “È doveroso attingere al nostro intimo”, ha affermato, sottolineando l’importanza di portare autenticità nei ruoli, sia nei personaggi drammatici che in quelli più leggeri. La sua carriera è stata caratterizzata da ruoli complessi, che le hanno permesso di collaborare con registi di grande talento, come Marco Bellocchio e Cristina Comencini, con i quali ha instaurato rapporti di stima e rispetto reciproco.
Oltre alla recitazione e alla regia, Mezzogiorno ha sempre nutrito un sogno: insegnare danza. Questo desiderio l’ha portata a intraprendere un nuovo progetto, “Ti racconto il mio cinema”, dove si propone di condividere le sue conoscenze e la sua passione per il cinema con le nuove generazioni. “Il cinema ha la capacità di trasmettere l’artigianalità, nonostante l’avvento degli strumenti digitali”, ha detto, evidenziando l’importanza del lavoro di squadra e della coordinazione nel processo creativo. Per lei, il cinema è un’orchestra affascinante, dove ogni elemento deve lavorare in armonia per creare qualcosa di unico.