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Un viaggio attraverso l’Asia contemporanea
Il nuovo film di Miguel Gomes, Grand Tour, si prepara a conquistare il pubblico italiano con la sua uscita nelle sale il 5 dicembre. Dopo aver vinto il premio per la migliore regia al Festival di Cannes, il film si presenta come un’opera che unisce realtà e immaginazione, portando gli spettatori in un viaggio attraverso l’Asia contemporanea. La trama segue un funzionario britannico, Edward, che fugge dalla sua promessa sposa, intraprendendo un’avventura che lo porterà a esplorare luoghi iconici come il Myanmar, Singapore e la Cina rurale.
Un’opera che sfida le convenzioni
Gomes, regista portoghese di grande talento, ha già dimostrato il suo valore con opere come Tabu e Le Mille e Una Notte. Con Grand Tour, egli continua a esplorare temi complessi e sfumati, utilizzando uno stile visivo che mescola immagini documentaristiche a sequenze di pura fantasia. La scelta del bianco e nero, con sfondi sfocati, crea un’atmosfera onirica che invita il pubblico a riflettere sul significato del viaggio, sia fisico che emotivo.
Il significato del cinema secondo Gomes
In un’intervista, Miguel Gomes ha descritto il suo film come un grand tour che unisce diversi elementi: il percorso geografico, le esperienze emotive dei protagonisti e la connessione tra realtà e immaginazione. Secondo il regista, il cinema ha il potere di farci credere in mondi alternativi, permettendoci di esplorare territori non solo fisici, ma anche interiori. Questa visione del cinema come strumento di esplorazione e scoperta è ciò che rende Grand Tour un’opera unica e affascinante.