Argomenti trattati
Un’opera cinematografica che celebra l’architettura
Il film The Brutalist, diretto da Brady Corbet, si propone di esplorare il complesso mondo dell’architettura attraverso la vita di László Tóth, un architetto della Bauhaus ebreo ungherese. La pellicola, che ha già riscosso notevoli successi ai Golden Globe, è un esempio di come il cinema possa fungere da veicolo per raccontare storie di grande impatto culturale e sociale. La scelta di presentare il film in 70 millimetri al Cinema Quattro Fontane di Roma il 23 gennaio è un chiaro segno della volontà di offrire un’esperienza visiva unica, capace di esaltare la bellezza e la potenza dell’architettura brutalista.
Il contesto storico e culturale
Ambientato nel dopoguerra, The Brutalist racconta la fuga di Tóth dall’Europa verso la Pennsylvania, un viaggio che simboleggia la ricerca di una nuova identità e di nuove opportunità. La pellicola non solo mette in luce le sfide personali del protagonista, ma riflette anche le tensioni sociali e culturali di un’epoca segnata da profondi cambiamenti. La figura di Harrison Lee Van Buren, interpretata da Guy Pearce, rappresenta l’industriale che riconosce il talento di Tóth e lo coinvolge in un progetto ambizioso, evidenziando il legame tra architettura e potere economico.
Un cast di talento e una regia premiata
Il film vanta un cast di attori di grande calibro, tra cui Adrien Brody, che ha ricevuto il premio come miglior attore in un film drammatico. La sua interpretazione di Tóth è intensa e coinvolgente, capace di trasmettere le emozioni di un uomo in lotta con il proprio passato. Felicity Jones, nel ruolo di Erzsébet, la moglie di Tóth, aggiunge ulteriore profondità alla narrazione, rendendo il film un’esperienza emotiva e visivamente affascinante. La regia di Corbet, premiata con il Leone d’Argento a Venezia, dimostra una padronanza del linguaggio cinematografico che riesce a catturare l’essenza dell’architettura brutalista, rendendola protagonista della storia.