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Un thriller che sfida le convenzioni
Il film Jōhatsu, presentato al Tallinn Black Nights Film Festival, è un’opera che si distingue per la sua profondità e complessità. Diretto dal duo lituano composto da Lina Lužytė e Nerijus Milerius, il film affronta il tema delle sparizioni volontarie, un fenomeno che suscita interrogativi esistenziali e sociali. La protagonista, una giovane donna che lavora in un obitorio, si ritrova coinvolta nella misteriosa scomparsa di un marinaio, un evento che la porterà a esplorare un mondo molto più vasto e inquietante di quanto avesse mai immaginato.
Il legame con il mito di Antigone
La genesi di Jōhatsu è affascinante. Inizialmente, il progetto era incentrato sul mito di Antigone, ma dopo un cambiamento di direzione, i registi hanno deciso di esplorare il concetto di corpo e sparizione. Nerijus Milerius ha scoperto il fenomeno giapponese dello Johatsu, che si riferisce a persone che scelgono di scomparire per vari motivi, da quelli economici a quelli psicologici. Questo tema si è rivelato perfetto per il film, poiché invita a riflettere su domande fondamentali riguardanti l’esistenza e il desiderio di fuggire dalla realtà.
Location e atmosfera: Klaipėda come protagonista
Le scelte di location sono cruciali per la riuscita di Jōhatsu. I registi hanno optato per Klaipėda, una città portuale della Lituania, che offre un’atmosfera sospesa e inquietante, perfetta per la narrazione. La città, con il suo mare e i suoi spazi aperti, diventa un personaggio a sé stante, riflettendo la solitudine e l’isolamento della protagonista. La decisione di ambientare il film in questo contesto non è casuale; Klaipėda rappresenta una frontiera, un luogo dove è possibile sentirsi persi e a disagio, rispecchiando le emozioni della protagonista.
Un approccio documentaristico
La formazione dei registi nel campo del documentario ha influenzato profondamente il loro approccio a Jōhatsu. Lina Lužytė ha dichiarato che l’osservazione dei personaggi è stata fondamentale, rendendo le interpretazioni più naturali e credibili. Questo stile documentaristico si riflette nel modo in cui i registi hanno voluto evitare i cliché del thriller tradizionale, concentrandosi invece sul viaggio interiore della protagonista. La ricerca di realismo è stata una priorità, con l’obiettivo di far emergere la verità delle emozioni umane in situazioni estreme.
Progetti futuri e riflessioni
Guardando al futuro, i registi hanno in cantiere diversi progetti. Nerijus Milerius sta lavorando a due documentari, mentre Lina Lužytė è impegnata nella scrittura di un lungometraggio di finzione che affronta questioni sociali e le divisioni tra classi. Entrambi i registi continuano a esplorare temi complessi e rilevanti, dimostrando un impegno costante nel raccontare storie che sfidano le convenzioni e invitano alla riflessione.