Il teorema di Margherita, diretto da Anna Novion e presentato al Festival di Cannes, verrà distribuito nelle sale italiane il 28 marzo: la (nostra) recensione del film
Un film che fa scuola sotto molti punti di vista, e non soltanto perché ci riporta ai tempi dell’università. Il teorema di Margherita insegna che si può, e si dovrebbe, avere sempre il coraggio di ascoltare le proprie vocazioni, anche se talvolta ci sussurrano soltanto.
Il Teorema di Margherita è un film che affronta in modo incisivo e rivelatore le difficoltà che le donne possono incontrare nel mondo accademico, ancora fortemente dominato dagli uomini. La protagonista, Marguerite Hoffmann (interpretata da una superlativa Ella Rumpf, premiata al César Award 2024 come Miglior rivelazione femminile) rappresenta una figura coraggiosa e sempre determinata a lottare per farsi strada in un ambiente ostile.
Il film mette in evidenza come le donne siano spesso costrette a nascondere la propria femminilità per essere considerate valide e rispettate. Tuttavia, Marguerite scopre che la sua vera forza risiede nell’accettazione di sé stessa e nel trovare il proprio equilibrio tra razionalità ed emozione. “Il Teorema di Margherita” offre quindi uno sguardo profondo sulle sfide affrontate dalle donne nel perseguire i propri obiettivi accademici e nella ricerca del proprio posto nel mondo.
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Il film, che ha fatto il proprio debutto al Festival di Cannes, ha fin da subito suscitato pareri contrastanti, pur mettendo tutti d’accordo quanto al proprio approccio unico ed innovativo. Un approccio in effetti rivoluzionario, che fa de Il Teorema di Margherita una pietra miliare di un nuovo modo di fare cinema.
Rompendo gli stereotipi e offrendo al contempo una narrazione unica, questo film si candida quindi a fare scuola, inaugurando una nuova era cinematografica. Pur affrontando temi che oramai non vengono quasi mai trascurati, come l’emancipazione femminile e la ricerca dell’identità personale, Il teorema di Margherita è stato apprezzato dalla critica per la sua capacità di sollevare questioni largamente dibattute senza sacrificare trama ed estetica.