"Imaginary" è un film horror diretto da Jeff Wadlow e interpretato da DeWanda Wise: la nostra recensione
Il regno dell’immaginario sa essere molto inquietante. Specialmente se gli si attribuisce troppa importanza, concedendogli di conseguenza troppo potere. Potere su di noi, che volevamo soltanto fantasticare un po’, ma che senza rendercene conto stavamo in realtà stringendo un patto di sangue con demoni irrequieti e famelici, demoni pronti a pretendere la loro parte. Costi quel costi.
È un film riuscito a metà, questo Imaginary di Jeff Wadlow. Alcuni spunti sono meritevoli, si percepisce che il tema dell’immaginazione è stato preso sul serio, si arguisce a più riprese il tentativo di spaventare con serietà, per bene, e non tanto per fare, forzando la mano con effetti speciali spropositati e scene fuori luogo.
Questo, perlomeno, fino a 20 minuti dalla fine, quando la voglia di strafare, e quella di essere un film “horror” a tutti gli effetti, spingono il regista ad avvalersi di tutti i più infimi e banali mezzi di produzione, scenografia e montaggio per spaventare gli spettatori e trovare una quadra immediata e lapidaria agli eventi messi in serie nel corso della prima ora e 26 minuti.
In sostanza, dunque, Imaginary si doveva fermare prima, o doveva comunque prendere un’altra strada. L’immaginazione, si sa, va controllata, va calmierata, non può essere lasciata completamente libera di vagare senza sosta e senza meta. Ecco, a nostra umile e immaginaria opinione, il finale del film doveva e poteva essere immaginato in un altro modo. Meno stratagemmi da “horror” – che “horror”, comunque, il film non lo risulta in nessun momento – e più fili logici da stringere e da seguire.
L’idea di fondo era più che buona: raccontare e descrivere il lato oscuro e inquietante dell’immaginazione, il suo ascendente pericoloso sui bambini e non solo, la sua forza prorompente e influente al di là di ogni possibile avvertenze e avvisaglia. Peccato che poi, come spesso accade, la voglia di conquistare non si sa bene quale fetta di pubblico, o di agghindarsi con le vesti di un genere difficile e spesso fallibile come quello che cade sotto il nome di “horror” abbiano rovinato parzialmente il tutto, convincendoci, inflessibili, a bocciare parzialmente il film. Voto: 5.5.
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Il film ruota attorno al tema degli amici immaginari e segue la storia di Jessica (DeWanda Wise), una donna che torna nella sua casa d’infanzia e scopre che il suo amico immaginario di quando era bambina (Teddy, un classico orsetto peluche) è diventato reale ed è davvero molto arrabbiato per il fatto di essere stato abbandonato a suo tempo.
Così, nutrendosi dell’immaginazione della piccola figliastra di Jessica, Teddy riesce pian piano a prendersi la propria vendetta, sprofondando l’intera famiglia – fatta eccezione per il padre naturale, strategicamente fatto fuori dal regista per impedirgli di intervenire – in situazioni inquietanti e difficili da spiegare.
Lo spoiler, per questa volta, non ve lo facciamo, anche perché, probabilmente, potete già immaginare da voi la piega che prenderanno gli eventi. Basti sapere, in ultima analisi, che Teddy avrà ovviamente la peggio. Resta da vedere e da capire come.
Salta all’occhio, di questo trascurabile film, l’interpretazione dell’attrice DeWanda Wise nel ruolo principale di Jessica. La sua performance è stata elogiata dalla critica per la capacità di dare vita a un personaggio complesso e coinvolgente. Wise riesce a trasmettere con convinzione l’angoscia e la disperazione di Jessica, rendendo credibile la sua relazione con l’amico immaginario di quando era bambina. La sua presenza sullo schermo è magnetica e riesce a tenere lo spettatore incollato alla storia, nonostante le sue limitazioni. E brava DeWanda Wise, voto: 7.5!
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