L’inganno perfetto: trama e recensione del film su Chili

L'inganno perfetto, la recensione del film con Helen Mirren e Ian McKellen, disponibile sulla piattaforma on demand Chili

É disponibile sulla piattaforma Chili L’inganno perfetto, thriller metropolitano diretto da Bill Condon e tratto dall’omonimo romanzo di Nicholas Searle. Il film racconta dell’incontro fra Betty e Roy, due vedovi che iniziano una relazione sentimentale dietro la quale si nascondono terribili segreti.

Il cast del film

La pellicola è dominata dalle interpretazioni di due mostri sacri come Helen Mirren e Ian McKellen che, nonostante l’età che avanza, ammaliano sempre con le loro grandi performance.

Helen Mirren interpreta il ruolo di Betty, una donna sola, gentile e altruista, mentre Ian McKellen veste i panni di Roy, un truffatore scaltro con fare da adulatore. Completano il cast Russel Tovery, Jim Carter e il più noto Mark Lewis Jones, conosciuto per il ruolo di Shagga in Il trono di spade, la serie tv firmata Hbo.

La trama (con spoiler)

Dopo essersi conosciuti in chat, Betty decide di incontrare Roy in un ristorante e immediatamente nasce un’attrazione che li porterà a frequentarsi.

Entrambi vedovi, Betty approfitta dell’infortunio ortopedico di Roy per convincerlo a stare a casa sua e prendersi cura di lui, nonostante le proteste di Steven, il nipote della donna, che non si fida del nuovo arrivato.

In effetti, i sospetti di Steven si rivelano esatti: Roy è un abile truffatore che seduce donne sole e ricche per farsi intestare immobili e proprietà, senza lasciare traccia del proprio operato criminale.

Ad aiutarlo nel raggiro c’è l’amico Vincent che, fingendosi commercialista, “consiglia” alla donna di investire in attività redditizie da cui i due possono sottrarre e dividere i guadagni. Betty e Roy diventano inseparabili e quando la donna si ammala, il dottore le consiglia di prendersi una vacanza.

Così Roy accompagna Betty e suo nipote in giro per l’Europa e, quando il trio si ferma in Germania, Steven accusa apertamente l’anziano truffatore, con una prova inconfutabile a sostegno dei suoi sospetti.

Roy in realtà si chiama Hans Taub, tedesco nato e cresciuto in Germania, che durante la seconda guerra mondiale ha preso l’identità di un soldato inglese morto, dal nome Roy Courtnay.

L’uomo ammette la colpevolezza, ma si difende dicendo di non aver ucciso l’inglese al quale ha sottratto i documenti e sostenendo di averlo fatto solo per sfuggire al suo passato da soldato nazista, regime a cui era costretto ad ubbidire.

Quando ritornano in America, il rapporto fra Roy e Betty non solo non si è incrinato, ma anzi sembra essere più solido che mai. L’uomo riesce a convincere la donna ad aprire un conto off shore condiviso con lui, in cui far confluire tutti i loro risparmi.

Insomma, la truffa di Roy sembra essere andata in porto, ma nel finale si svela la verità: Betty non ha mai rischiato di essere raggirata perché ha sempre saputo la vera identità di Roy, così come della sua professione di truffatore.

É stata Betty a manipolarlo fin dall’inizio introducendolo con l’inganno nella sua vita, e facendogli credere che avrebbe potuto farla franca ancora una volta.

L’unico obbiettivo di Betty è umiliare Roy, che la donna ha conosciuto fin troppo bene da bambino nel lontano 1945 in Germania, durante la Seconda guerra mondiale.

Lo scopo della donna è vendicarsi dell’uomo che ha abusato di lei, e che senza ragione, ha denunciato il padre con una falsa accusa alla Gestapo di alto tradimento, costata la sua condanna a morte e la rovina della famiglia.

Roy conclude la sua esistenza in ospedale a causa di un ictus che lo ha reso un vegetale, dopo essere stato pestato ferocemente da un gruppo di criminali a cui l’uomo ha fatto un torto, ingaggiati dalla stessa Betty. Adesso la donna è finalmente libera dall’incubo che l’ha tormentata per tutta la vita.

La recensione

Il regista Bill Condon porta sul piccolo e grande schermo un thriller di rara sapienza, che, se inizialmente appare come una semplice commedia romantica, gradualmente si trasforma in qualcosa di oscuro e inquietante. La sceneggiatura è un delicato avanzare nel baratro dell’odio e della sofferenza, dove la menzogna non è solo utile, ma necessaria.

Il regista spinge lo spettatore a chiedersi chi sia il truffatore e chi la vittima, e quando si hanno a disposizione due attori magistrali come Helen Mirren e Ian McKellen allora è davvero un gioco da ragazzi angosciare ed emozionare il pubblico.

Condividi