Un'opera che mette in luce le sfide delle donne iraniane nella ricerca della verità.
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In Iran, la lotta per la giustizia e la dignità è una battaglia quotidiana, specialmente per le donne. La storia di Tarlan, un’insegnante in pensione, rappresenta un esempio emblematico di questa lotta. Dopo la misteriosa scomparsa della figlia adottiva Zara, una giovane insegnante di danza, Tarlan si trova di fronte a un sistema che ignora le sue richieste di giustizia. La sua determinazione a scoprire la verità la porta a sospettare del marito, un uomo d’affari influente, mentre la polizia si rifiuta di indagare. Questo scenario mette in luce le difficoltà che le donne affrontano in una società dominata da norme patriarcali e repressione.
La società iraniana è caratterizzata da una complessa rete di oppressione e discriminazione di genere. Le donne, in particolare, si trovano a dover affrontare non solo la violenza domestica, ma anche un sistema legale che spesso non le protegge. La storia di Tarlan è un riflesso delle esperienze di molte donne iraniane che, come lei, si battono per la giustizia in un contesto di crescente repressione. L’opera, vincitrice del Premio degli Spettatori all’81° Festival di Venezia, non solo racconta una storia personale, ma offre anche una critica profonda al regime iraniano e alle sue politiche oppressive.
Nonostante le avversità, la storia di Tarlan è anche un messaggio di speranza. La sua lotta per la verità e la giustizia rappresenta la resilienza delle donne iraniane che si rifiutano di essere silenziate. La pellicola, diretta da Nader Saeivar e scritta in collaborazione con Jafar Panahi, riesce a catturare l’essenza di questa lotta, mostrando come la determinazione e il coraggio possano emergere anche nei momenti più bui. La testimonianza di Tarlan diventa così un simbolo di resistenza contro un sistema che cerca di soffocare la voce delle donne.