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Un ritorno alle origini
Dal , Netflix accoglierà una nuova serie italiana che promette di scuotere le coscienze: ACAB. Questa serie, che si riallaccia al film del 2012 diretto da Stefano Sollima, trae ispirazione dal romanzo omonimo di Carlo Bonini. La trama si concentra su una squadra antisommossa, mettendo in luce le frustrazioni e le tensioni che caratterizzano il loro lavoro quotidiano. La serie si presenta come un’opera audace, capace di affrontare temi delicati come la violenza e il neofascismo, già esplorati nel film originale.
Il cast e la regia
Marco Giallini torna a vestire i panni di Mazinga, un poliziotto segnato da un passato traumatico. Al suo fianco, un cast di attori di talento, tra cui Adriano Giannini nel ruolo di Michele, Valentina Bellè come Marta e Pierluigi Gigante nel ruolo di Salvatore. La regia è affidata a Michele Alhaique, noto per il suo lavoro su serie di successo come Romulus e Bang Bang Baby. La presenza di Stefano Sollima come produttore esecutivo garantisce una continuità stilistica e tematica con il film, mentre Carlo Bonini contribuisce alla scrittura della sceneggiatura, assicurando che la serie mantenga la sua incisività narrativa.
Una trama avvincente e attuale
La serie si sviluppa attorno alla figura di Michele, il nuovo comandante della squadra antisommossa, che si trova a dover affrontare una situazione critica. Gli scontri tra le forze dell’ordine e i manifestanti, le tensioni interne al corpo di polizia e il malcontento popolare sono solo alcuni degli elementi che compongono un quadro complesso e realistico. ACAB non si limita a raccontare una storia di violenza, ma invita a riflettere sulle cause profonde di tali conflitti, rendendo la narrazione ancora più coinvolgente e necessaria nel contesto attuale.