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Nel 2014, dopo che la Sony diffuse il trailer de The interview, il regime nord coreano di Kim Jong-Un reagì con furia, minacciando pesanti ritorsioni contro il governo degli Stati Uniti se non avesse impedito alla Sony di distribuire il film nelle sale americane. “E’ un atto terroristico, una dichiarazione di guerra e il regista è un gangster che si prende gioco del nostro paese ”, denunciò Kim Jong attraverso il suo portavoce in un’intervista al giornale inglese The Telegraph.
La cyber guerra
Dalle parole si passò ai fatti. Il 24 novembre 2014, tutti i computer degli uffici californiani della Sony andarono in tilt e sui monitor comparve un teschio rosso con la scritta “hacked by GOP”, la sigla dei pirati informatici nord coreani, e la frase inquietante “E’ solo l’inizio, vi colpiremo ancora”.
Quando il server fu riattivato, i tecnici della Sony sospettarono che gli uomini di Kim Jong-Un avessero sottratto e lanciato su Internet le pellicole di cinque film ancora inediti negli Stati Uniti (tra cui Fury con Brad Pitt), permettendo a milioni di utenti di scaricarli gratuitamente almeno un milione di volte, con un danno incalcolabile per la Sony.
Il cyber-attack di matrice nord coreana e la minaccia di attentati terroristici nei cinema che avessero osato proiettare The Inteview, costrinsero la Sony a bloccare la distribuzione del film (la cui uscita era programmata a per il 25 dicembre di quell’anno) e a fare uscire la pellicola solo in 200 sale indipendenti americane.
La recensione di The interview
Ma che cosa contiene The Interview di così dissacrante da scatenare la rabbia del feroce dittatore nord coreano?
Il film è una commedia satirica a sfondo politico dove un celebre anchorman di nome Dave (interpretato dall’attore comico James Franco) e il suo produttore e amico Aaron (Seth Rogen), conduttori di un popolare programma televisivo, riescono a ottenere un’intervista con Kim Jong -Un (Randall Park), grande fan del loro show.
I due non stanno nella pelle per quell’incontro che lancerà definitivamente la loro carriera. Prima di partire per Pyongyang, però, vengono contattati da un agente della Cia che cerca di convincerli ad approfittare dell’intervista per assassinare Kim Jong-un con un cerotto speciale a base di ricina, un potentissimo veleno, letale anche in piccole dosi, difficile da individuare nelle autopsie.
Dopo mille tentennamenti, i due accettano. Alla fine, tra colpi di scena, situazioni paradossali e spunti comici, Dave e i suoi alleati della Cia riescono a disintegrare l’elicottero del leader in fuga, liberando la Corea del Nord dal giogo di una dinastia al potere dal 1948, che ha portato distruzione e miseria nel Paese.
Una nuova popolarità per The interview
Il film, disponibile on demand su diverse piattaforme streaming (Rakuten TV, Chili, Hulu e, dal primo marzo 2020 anche su Netflix America), ha conosciuto una nuova popolarità ad aprile di quest’anno, quando la CNN ha fatto trapelare la notizia della morte cerebrale del dittatore a seguito di un intervento chirurgico, indiscrezione che poi si è rivelata falsa e prontamente smentita dalle autorità del paese.
Kim Jong un gode di ottima salute e continua la sua corsa agli armamenti nucleari a discapito delle sofferenze e delle privazioni a cui sottopone la sua gente. Ma la falsa notizia sulle sue pessime condizioni di salute, ha fatto impennare le vendite del film sulle piattaforme streaming dove è in catalogo, soprattutto sulla piattaforma Hulu.
Un film da vedere, anche se sembra poco impegnativo. Sotto il velo della comicità, The interview descrive la triste realtà di un paese guidato da un uomo crudele e paranoico, assetato di sangue e vendetta, che non ha esitato a far fuori parenti e familiari che potevano contrastare la sua ascesa.