Appena prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Nicholas Winton salva centinaia di bambini dai nazisti.
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Il regista britannico James Hawes debutta al cinema con un film su una storia vera ma poco conosciuta ed uno straordinario Anthony Hopkins. One life è un film potentissimo: la storia di un uomo comune che compie un’impresa miracolosa. Al cinema dal 21 dicembre.
Londra, 1938: il giovane agente di borsa Nicholas Winton (Johnny Flynn) si mobilita insieme alla madre Babette (Helena Bonham Carter) e altri volontari per salvare quanti più bambini possibili dalla minaccia nazista. Il ragazzo organizza il trasporto da Praga all’Inghilterra e l’affidamento di centinaia di minorenni. Negli anni Ottanta, a Winton (Anthony Hopkins) viene finalmente riconosciuta la sua grandiosa impresa.
Il titolo del film si riferisce al Talmud ebraico: se salvi anche solo una vita è come se salvassi il mondo intero. Nicholas Winton è riuscito a proteggere ben 669 bambini, ma la sua storia non è nota come dovrebbe. A portarla sul grande schermo è un regista con esperienza decennale in campo televisivo. Infatti, dopo aver diretto alcuni episodi di diverse serie tv, come Black Mirror, Doctor Who, The Alienist e Slow Horses, Hawes debutta al cinema e mette in scena una storia estremamente toccante. One life è il racconto di un’operazione miracolosa, compiuta da persone comuni. Il protagonista è un agente di borsa ordinario, che vive con la madre nella Londra degli anni Trenta. Winton non è riuscito a stare a guardare: conoscendo la situazione in cui versavano i rifugiati a Praga, si è diretto immediatamente in Cecoslovacchia ed ha organizzato l’insperato salvataggio di centinaia di minorenni, tra cui molti orfani. Fino agli anni Ottanta, però, tutto ciò che riguardava questo intervento di cruciale importanza è rimasto chiuso nell’album di Winton, custodito nel suo studio. È da questo oggetto che il film di Hawes prende le mosse: il protagonista è sommerso dai ricordi, mette ordine tra i cimeli che conserva in casa e risfoglia il suo raccoglitore. Le foto, i nomi e i documenti risvegliano la memoria. I pensieri dell’anziano vanno immediatamente al destino di questi bambini, sia quelli salvati che quelli che sono stati costretti a rimanere a Praga con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. La narrazione si alterna tra presente e passato in un racconto che emoziona in maniera semplice e genuina.
Insieme alla regia coinvolgente di Hawes, è l’interpretazione di un grandissimo Anthony Hopkins a regalare al film una carica estremamente toccante. Il ritratto che l’attore regala è quello di un Nicholas Winton ormai anziano, tormentato e in conflitto. La paura di non aver fatto abbastanza, di non essere riuscito a salvare tutte le migliaia di bambini rifugiati a Praga, lo rende inquieto. Non riesce a staccarsi dal suo album, in cui ha raccolto tutto il materiale riguardante l’operazione “Kindertransport”, e nemmeno dalla ventiquattrore dell’amico perso a causa della guerra. La sensibilità del giovane Winton e la sua determinazione hanno reso possibile ciò che sembrava impossibile, ma il protagonista non riesce a fare pace con il fatto di non essere riuscito a salvare tutti. “Perché se posso fare qualcosa, allora devo farlo”, come afferma la sua versione ventinovenne negli anni Trenta. L’interpretazione di Hopkins è intensa nel suo essere pesata ed equilibrata. La potenza dell’espressività dell’attore sta nelle piccole sfaccettature che dona ai gesti e alla mimica del personaggio, rendendo il suo conflitto interiore in maniera precisa e profonda. Winton, soprannominato poi l’Oskar Schindler britannico, ha ricevuto il giusto riconoscimento per le sue azioni benefiche solo negli anni Ottanta quando, contattato dalla produzione del programma tv That’s Life!, la sua storia è arrivata nelle case delle persone. La scena che testimonia questo momento nel film è sicuramente la più toccante: Hopkins è riuscito a ricreare in maniera assolutamente realistica ed emozionante la reazione di Winton nello studio televisivo, davanti alle vite che è riuscito a salvare.
Il film, che è stato presentato al Toronto International Film Festival il 9 settembre 2023, è una commovente storia di coraggio e speranza. L’interpretazione di Hopkins è incredibilmente coinvolgente e rende One life ancora più forte e profondo. Nelle sale italiane dal 21 dicembre.