Era il 2016 quando Paolo Genovese debuttò al cinema con il suo Perfetti sconosciuti. Sono passati sette anni, eppure il successo del film non solo non è calato, bensì è addirittura aumentato. Successo dopo successo, Perfetti sconosciuti si è portato a casa ben quasi 20 remake internazionali.
Perfetti sconosciuti: il film con più remake della storia
Il film di Paolo Genovese ha toccato cifre record in fatto di adattamenti cinematografici internazionali. Pensate che la storia ha talmente appassionato tutto il mondo che nel giro di qualche anno Perfetti sconosciuti ha ottenuto quasi 20 remake.
Gli adattamenti in questione vanno dalla Russia, all’Arabia, fino alla Grecia, Islanda, Danimarca, Spagna, Turchia, Francia, Germania, Armenia, Polonia, Vietnam, Giappone, Romania, Israele, Paesi Bassi, Slovacchia, Repubblica Ceca, Libano e Norvegia.
Il fenomeno “perfetti sconosciuti” ha raggiunto il mondo intero e ne ha fatto un trend assoluto.
Record raggiunto, successo mondiale: ma che cosa ha reso il film così piacente, tanto da fargli ottenere ben 20 remake? Semplice, la trama. Perfetti sconosciuti si basa su una storia estremamente semplice che non conosce confini e differenze. In tutto il mondo, infatti, si è soliti organizzare cene tra amici e amiche; è un’usanza piacevole che consente di passare del tempo insieme alle persone a cui si è più legati. Non solo cene: in tutto il mondo si utilizza il cellulare. Non importa l’anno, non importa la tecnologia e il suo evolversi: chiunque nel mondo possiede un telefono e quotidianamente lo utilizza.
Ed ecco che i due elementi si uniscono in un progetto cinematografico molto semplice anche da realizzare. Perfetti sconosciuti, infatti, è un film particolarmente semplice sia da girare, sia da produrre (a livello economico, si intende). Non richiede effetti speciali, spazi enormi e riprese difficoltose. Basti pensare che tutta la narrazione si svolge all’interno di un appartamento, tra la sala da pranzo, il bagno e la terrazza.
La trama di Perfetti sconosciuti
Tutto ha inizio attorno a una tavola. Sette amici si ritrovano a cena una sera di eclissi lunare e tra una chiacchera e l’altra decidono di intavolare un gioco inedito, mai fatto. Eva (interpretata da Kasia Smutniak) propone di tirare fuori tutti i cellulari e di appoggiarli proprio al centro della tavola, aspettando di leggere pubblicamente tutti i messaggi che sarebbero arrivati. Un gioco che diventa una prova, una prova che diventa una confessione, un vero e proprio vaso di Pandora pronto a esplodere.
Eva, Rocco (Marco Giallini), Cosimo (Edoardo Leo), Bianca (Alba Rohrwacher), Lele (Valerio Mastandrea), Carlotta (Anna Foglietta) e Peppe (Giuseppe Battiston) si ritrovano così pronti a scoprire segreti e bugie, a rendersi effettivamente conto che quelle vite che stavano vivendo erano illusorie, non perfette. Da amici, sposi, fidanzati, tutti si ritrovano a essere perfetti sconosciuti: il cellulare è l’antagonista, il nemico che farà venire a galla i segreti fino a quel momento rimasti nascosti.
Perfetti sconosciuti mette in scena quel senso di curiosità che tutti, almeno una volta, abbiamo provato. Ce ne fa vedere le conseguenze, ci fa anche godere di non essere noi, quelli scoperti. Tuttavia, il film offre anche una lezione di vita da non sottovalutare: certe cose, a volte, è meglio non saperle. Violare la privacy e costringersi al controllo non è mai la soluzione.