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La figura della principessa Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach e del suo amore con l’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe è stata resa immortale, senza dubbio, dalla pellicola del 1955 La principessa Sissi, il film biografico diretto da Ernst Marischka che vede come attrice protagonista Romy Schneider. Ma qual è la vera storia di Sissi?
La vera storia della principessa Sissi: l’infanzia e il matrimonio
Elisabetta Amalia Eugenia nacque il 24 dicembre 1837 a Monaco di Baviera, quarta dei dieci figli del duca Massimiliano Giuseppe in Baviera e di Ludovica di Baviera. Buona parte della sua infanzia, la trascorse in una tenuta di campagna, dove Elisabetta crebbe libera, e lontana dall’etichetta di corte.
A quattordici anni arrivò, per Elisabetta, il primo amore: si trattava, però, di un ragazzo che non fu ritenuto adatto a lei e fu così allontanato dal palazzo dove lavorava come scudiero, morto poco dopo. Sconvolta per il suo amore perduto, Elisabetta accompagnò a Vienna sua madre e sua sorella Elena, la quale doveva conoscere il suo futuro sposo, l’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria.
Quest’ultimo, però, mostrò di preferire Elisabetta, allore 16enne, e fu concordato il fidanzamento. Fu subito chiaro che la vita di corte non era facile per la giovane sposa: nella realtà, la romantica Sissi, come la conosciamo noi, non fu felice fino in fondo di quel matrimonio.
La vera storia della principessa Sissi: la tragica morte del figlio Rodolfo
Dopo le prime due figlie Sofia e Gisella, nel 1858 nacque l’erede al trono, Rodolfo. Al dolore fisico ed emotivo che già viveva l’impeatrice, si aggiunse il dramma della perdita del figlio Rodolfo, suicidatosi con la sua amante, la diciassettenne Maria Vetsera, nel piccolo paese di Mayerling, forse a causa dei contrasti con il padre. Un grande dolore dal quale Sissi non si riprese mai.
La vera storia della principessa Sissi: la morte
Anche la sua morte fu tragica: nel settembre 1898, l’imperatrice si trovava a Ginevra, in compagnia di una contessa, con la quale stava passeggiando sul lungolago per andare a prendere il battello per Montreux. Lì fu avvicinata dall’anarchico italiano Luigi Lucheni che, con un unico colpo la pugnalò, con una lima che teneva nascosta, al petto. Morì in albergo un’ora a causa di una emorragia interna causata dalla coltellata.