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Su Netflix è disponibile Project Power (2020), nuovo film scritto da Mattson Tomlin e diretto dalla coppia Ariel Schulman e Henry Joost, con protagonista Jamie Foxx.
La trama di Project Power
Un gruppo di malavitosi scopre una nuova droga che infonde poteri sovrumani a chi l’assume, ma solo per cinque minuti. New Orleans viene scelto come banco di prova per lo spaccio di droga, ottenendo ben presto un’enorme successo commerciale.
Sarà compito di una piccola squadra formata da un ex soldato in cerca della figlia rapita, un poliziotto locale e una giovane spacciatrice, di impedirne la vendita e la produzione su larga scala.
Il cast di Project Power
Protagonista della pellicola è il premio Oscar Jamie Foxx che abbiamo potuto apprezzare in moltissime produzioni hollywoodiane come per esempio Django (2012) di Quentin Tarantino e Baby Driver (2017) dell’inglese Edgar Wright.
Coprotagonista nel ruolo del poliziotto locale c’è Joseph Leonard Gordon-Levitt, attore di notevole talento sin da bambino, tanto da essere giudicato uno dei migliori della sua generazione dalla rivista Times.
Gordon-Levitt ha lavorato in moltissime produzioni di registi acclamati come Christopher Nolan, Spike Lee o Steven Spielberg.
Sono anche presenti l’attore brasiliano Rodrigo Santoro conosciuto per il ruolo nel blockbuster 300 (2006, Z. Snyder) e il biopic Che – L’argentino del regista Steven Soderberg;
oltre ad Amy Landecker, recentemente apprezzata in BombShell (2019, Jay Roach), compare anche il rapper Machine Gun Kelly, entrato da pochi anni nel mondo del cinema con piccoli ruoli.
La recensione del film
Fin dal suo primo annuncio, Project Power mi era sembrato uno dei classici film in grado d’intrattenere il largo pubblico, priorità in cui negli anni Netflix si è specializzata, magari con una serata fra amici mentre si mangiano degli snack sul divano.
Invece il film delude anche sotto quel punto di vista. Project Power si pone come un goffo tentativo da parte di Netflix di mescolare il film action con quello più in voga dei supereroi, il tutto unito ad una sotto trama drammatica che ammazza l’ironia e il divertimento che avrebbe potuto generare questo interessante binomio.
Lo spettatore è in grado di prevedere qualsiasi situazione. I personaggi risultano piatti e bidimensionali, senza alcun evoluzione caratteriale o psicologica, intrappolati dentro i collaudati stereotipi da cui non riescono a staccarsi, nonostante la bravura degli attori.
Deludenti anche gli effetti speciali che risultano troppo invadenti, e in alcuni casi non eccellenti, soprattutto nelle scene d’azione girate con frequenti cambi d’inquadratura e con un montaggio velocizzato che provoca confusione e disorientamento nello spettatore, persino nel più accanito sostenitore di Michael Bay.
L’idea di base, cioè una trama dove si possa usare un potere sovrannaturale grazie all’uso di una droga, avrebbe potuto funzionare se il tutto non fosse stato sopraffatto dal drammone familiare che coinvolge più di un personaggio.
Apprezzabili anche le molte citazioni presenti nel film, tra cui un intero monologo tratto da un film di Clint Eastwood.
Che peccato, Project Power avrebbe dovuto intrattenere, invece di annoiare per colpa di una sceneggiatura inadeguata al tono del film e un impianto drammatico banale e inutile.
Netflix ha prodotto e messo sulla piattaforma decisamente prodotti migliori in grado di intrattenere il pubblico.