Mario Martone ci riprova di nuovo con il teatro napoletano. Dopo il successo ottenuto a Venezia lo scorso anno con il film Il sindaco del Rione Sanità, riadattamento della commedia omonima di Eduardo de Filippo per cui ha anche ottenuto diverse nomination ai David di Donatello del 2020, il regista omaggia nuovamente la sua città natale con un film che celebra la figura dell’attore e commediografo Eduardo Scarpetta.
Nato in povertà, grazie alla sua ambizione Eduardo Scarpetta riuscì a diventare il protagonista indiscusso della scena teatrale dei primi del Novecento, grazie alle opere teatrali di ‘Na santarella, Lu Curaggio de nu pompiere napulitano e Miseria e nobiltà, con il memorabile film di Totò nel 1954.
Fu un uomo dalla vita burrascosa e non sempre irreprensibile, padre naturale di Titina, Eduardo e Peppino De Filippo, nati dalla relazione che Scarpetta ebbe con Luisa De Filippo, sarta teatrale e nipote di sua moglie, che diede il cognome ai figli.
Le novità e il cast di Qui rido io
I primi ciak di Qui rido io risalgono agli inizi di febbraio nel Teatro Valle, storico luogo in cui Scarpetta debuttò nel 1899 con Miseria e Nobiltà, scene poi interrotte per l’emergenza sanitaria. Eppure, secondo molte indiscrezioni, le riprese dovrebbero riprendere a breve a Napoli per le scene finali del film.
Scarpetta avrà il volto dell’attore Toni Servillo, reduce dall’esperienza del film L’uomo del labirinto, il mediocre thriller scritto e diretto da Donato Carrisi, dove l’attore napoletano recita accanto a Dustin Hoffman. Nel cast di Qui rido io ci sono anche Maria Nazionale, cantante neomelodica che ha anche recitato nella serie Gomorra, Cristiana dell’Anna, Iaia Forte, Paolo Pierobono e Gianfelice Imparato.
I film di Martone
Una nuova sfida per un regista, dallo stile lucido e crudo, autore di molte pellicole di successo tra le quali L’amore molesto, che gli fece vincere il David di Donatello, e il bellissimo e drammatico film d’esordio del 1992, Morte di un matematico napoletano, dove in una Napoli malinconica e crepuscolare, Martone racconta l’ultima settimana di vita di Renato Caccioppoli.
Il geniale ed eccentrico professore di matematica partenopeo, alcoolista e dalla personalità complessa e tormentata, mette fine alla sua vita l’8 maggio del 1959 con un colpo di pistola alla tempia. Il protagonista è interpretato dall’attore e regista Carlo Cecchi che nel film si cala magistralmente nei panni del suo personaggio, ossessionato dal senso di inutilità della vita e di ineluttabilità della morte.