Il progetto, voluto dalla Warner Bros, tenterà di replicare i successi delle trasposizioni tratte dai romanzi del Re dell'Orrore.
La Warner Bros finanzierà l’adattamento cinematografico di Revival, romanzo di Stephen King del 2014 ambientato nel New England, l’area nord orientale degli Stati Uniti che ruota attorno a Boston. Non è la prima volta che lo scrittore statunitense ha ispirato registi famosi come Stanley Kubric, Brian de Palma, Rob Reiner o Frank Darabont nella realizzazione di capolavori come Shining, Le ali della Libertà o Misery non deve morire.
E la Warner Bros vuole tentare di replicare i successi del passato con questo nuovo progetto affidato a Mike Flanagan, promettente regista americano, autore di film horror, che lo scorso anno ha già scritto e diretto Doctor Sleep, il sequel di Shining, che si è rivelato un flop al botteghino con 72 milioni di dollari di incasso, cioè la metà dei soldi del budget iniziale.
Siamo nel 1962, in una piccola cittadina del New England dove è appena arrivato il nuovo pastore Charles Jacobs, sposato e padre di un bambino che ama profondamente. Il giovane reverendo conquista subito la fiducia dei suoi parrocchiani e stringe amicizia con il piccolo Jamie di sei anni, al quale insegna le meraviglie dell’elettricità.
Tutto fila liscio fino a quando Jacobs perde la moglie e il figlio in un incidente stradale. La sua fede vacilla, le sue certezze svaniscono e dopo “una terribile predica” alla comunità lascia la città. Intanto Jamie cresce e diventa un chitarrista eroinomane che mette a repentaglio ogni giorno la sua vita per gli stupefacenti che assume.
Un giorno incontra per caso Jacobs, invecchiato e quasi folle, che è diventato un imbonitore da fiera che vive facendo esperimenti sul potere dell’elettricità segreta scoperta da lui, e che aiuterebbe le persone a guarire da ossessioni e istinti omicidi. Jamie segue Jacobs in un percorso sempre più oscuro, alla ricerca di una rinascita a cui il titolo del libro fa riferimento.
Tra i registi che si sono ispirati ai libri di King, quello con il quale lo scrittore ebbe i rapporti peggiori fu sicuramente Stanley Kubric. Come è noto, il grande cineasta inglese nel 1980 aveva portato sul grande schermo Shining, tratto dal romanzo omonimo di King, con la magistrale interpretazione di Jack Nicholson nei panni del folle protagonista Jack Torrence.
Il film aveva subito riscosso un grande successo di pubblico e critica, ma dopo la visione Stephen King non ne era rimasto soddisfatto. “E’ freddo e non trasmette emozioni “, aveva dichiarato in un intervista subito dopo il debutto della pellicola di Kubric. “Non c’è alcun coinvolgimento emotivo da parte del pubblico per quello che accade alla famiglia Torrens”.
Una vera e propria provocazione alla quale il regista, misantropo, autoritario, geloso della sua privacy e maniaco della perfezione, aveva risposto con poche e incisive battute. Però la guerra fredda tra i due era cominciata già prima della lavorazione del film, quando King aveva tentato di rimaneggiare la sceneggiatura del regista.
Di tutta risposta, Kubric non si era nemmeno degnata di leggerla mandando su tutte le furie lo scrittore che cercò di prendersi la sua rivincita nel 1983, quando convinse la casa di produzione americana ABC a fare un remake televisivo di Shining, con una miniserie in 4 puntate che è stato un flop, esattamente come Doctor Sleep dell’anno scorso.
Ancora più deluso da quel magro risultato, lo scrittore di recente ha convinto l’HBO a girare, Covid-19 permettendo, la serie tv Overlook, il nome dell’hotel dove si svolgono le vicende di Shining, che sarà una sorta di remake scritto e diretto dal regista J.J Abrams, amato per le serie Lost e Alias, ma molto discusso per il film Star wars: l’ascesa di Skywalker del 2019.
Dopo 40 anni di tentativi, riuscirà King a liberarsi del fantasma di Stanley Kubric, autore indiscusso di capolavori come Arancia Meccanica, 2001 Odissea nello spazio e Full metal Jacket?