Un film di Claude Barras che esplora il legame tra uomo e natura in un contesto di crisi ambientale
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Il nuovo film di animazione di Claude Barras, Savages, si presenta come un’opera di grande impatto emotivo e visivo. Ambientato nella foresta pluviale del Borneo, il film racconta la storia di Kéria, una giovane ragazza che si trova a dover affrontare la devastazione della sua terra natale. Attraverso la sua avventura, il regista svizzero riesce a trasmettere un messaggio potente sulla salvaguardia della natura e sulla lotta contro le multinazionali che minacciano l’ecosistema. La narrazione si sviluppa attorno al legame tra Kéria, un cucciolo di orango e suo cugino Selaï, che insieme si battono per proteggere la loro casa.
La storia di Savages non è solo un racconto di avventura, ma anche un forte richiamo alla resistenza. I personaggi principali, Kéria e Selaï, rappresentano la voce di una generazione che si oppone all’avidità delle multinazionali. Il film non si limita a mostrare la bellezza della foresta, ma mette in luce anche le sfide e le violenze che gli indigeni, come la tribù dei Penan, devono affrontare quotidianamente. Barras, con la sua sensibilità artistica, riesce a rendere tangibile il dolore e la lotta di questi popoli, invitando lo spettatore a riflettere sulla propria responsabilità nei confronti dell’ambiente.
La frase “Il mondo non ci appartiene. Lo abbiamo in prestito dai nostri figli” riassume perfettamente il messaggio di Savages. Barras non si limita a raccontare una storia locale, ma offre uno spunto di riflessione universale sulla crisi ambientale che ci coinvolge tutti. La piccola Kéria diventa così un simbolo di speranza e cambiamento, un’eroina che invita a prendere coscienza e a lottare per un futuro migliore. Il film è già stato presentato in importanti festival internazionali, raccogliendo consensi e suscitando dibattiti sulla necessità di un’azione collettiva per la giustizia ambientale.