Sergio Castellitto lascia la presidenza del Centro Sperimentale di Cinematografia

La decisione del regista segna un capitolo difficile per il ministero della Cultura.

Un addio inaspettato

Sergio Castellitto ha annunciato le sue dimissioni irrevocabili dalla presidenza del Centro Sperimentale di Cinematografia (CSC), un passo che giunge dopo mesi di polemiche e crescenti pressioni. La lettera di dimissioni, inviata al ministero della Cultura, segna un momento cruciale per un’istituzione che ha affrontato numerose difficoltà sotto la sua guida. Castellitto, noto regista e attore, ha assunto il ruolo di presidente con l’intento di promuovere e valorizzare il patrimonio cinematografico italiano, ma la sua gestione è stata segnata da controversie e critiche.

Le polemiche e le sfide affrontate

Durante il suo mandato, Castellitto ha proposto iniziative significative, ma ha anche dovuto affrontare critiche riguardo alla gestione delle risorse e dei progetti. Tra le iniziative più discusse c’è stata quella dei “Tre giorni della diaspora degli Artisti”, che ha visto la partecipazione di nomi illustri come Paolo Sorrentino e Matteo Garrone. Tuttavia, la somma di 4.000 euro riconosciuta a sua moglie, la scrittrice Margaret Mazzantini, per il ruolo di moderatrice ha suscitato polemiche, sollevando interrogativi sulla trasparenza e sull’equità nella gestione dei fondi.

Incidenti e gestione della comunicazione

Un episodio particolarmente controverso è stato l’incendio dell’8 giugno, che ha distrutto 500 scatole di bobine in nitrato, contenenti 220 titoli storici del patrimonio cinematografico italiano. La gestione della comunicazione da parte del CSC è stata criticata, poiché la notizia è stata rimossa dal sito web dopo soli 30 minuti, suscitando ulteriori polemiche. Questo evento ha messo in luce le carenze strutturali dell’istituto e la necessità di una maggiore attenzione alla digitalizzazione delle pellicole, un aspetto cruciale per la conservazione del patrimonio culturale.

Le difficoltà finanziarie e le spese eccessive

La presidenza di Castellitto è stata segnata anche da difficoltà finanziarie. Sono emersi dubbi su alcune consulenze legali che hanno generato un buco in bilancio di oltre 400.000 euro, nonostante il CSC potesse usufruire del patrocinio gratuito dell’Avvocatura dello Stato. Inoltre, la scelta di affittare Villa Gallo, una dimora storica, per un costo di 24.000 euro durante il Festival di Venezia ha sollevato interrogativi sulla gestione delle spese. Castellitto ha difeso la sua decisione, sottolineando di aver rinunciato a una suite presso l’Hotel Excelsior, ma le critiche sono continuate.

Il futuro del Centro Sperimentale di Cinematografia

Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha espresso rammarico per le dimissioni di Castellitto, riconoscendo il suo impegno e la sua dedizione. Ha assicurato che le attività del CSC proseguiranno con continuità, sottolineando l’importanza di questo istituto come luogo di studio e promozione dell’arte cinematografica. La lettera di dimissioni di Castellitto si conclude con un appello a non permettere che il CSC diventi “territorio di conquista per altri scopi”, evidenziando la necessità di preservare l’integrità e la missione dell’istituto.

Condividi