La comicità demenziale de “I Soliti Idioti 3 – Il ritorno”
“I Soliti Idioti 3 – Il ritorno” è un film che dovrebbe trionfare grazie a un umorismo al tempo stesso demenziale e spontaneo. Il problema, però, è che di spontaneo non c’è quasi nulla, mentre di demenziale c’è fin troppo. Biggio e Mandelli, con le loro interpretazioni iperboliche e la loro tipica prodezza nel costruire situazioni pazzesche, erano spesso riusciti a suscitare nel pubblico risate convulse e finanche isteriche. Questa volta, molto banalmente, non ci sono riusciti.
L’inesausta riproposizione del loro stile dissacrante e politicamente scorretto, in questo terzo capitolo della saga, è risultato stucchevole, se non addirittura avvilente. L’audacia degli attori non ha raggiunto le vette sperate, e l’idiozia, se lasciata a se stessa, si è rivelata, appunto, idiozia. Niente più.
Indorata e avvolta da abiti succinti e raffinati, con humor e sagacia, un progetto dietro e una meta in fronte, l’idiozia sa far ridere e pensare. In questo caso, come detto, essa si è tuttavia ritrovata sola: ha fatto la figura dell’idiota, appunto.
Un film che manca di una struttura narrativa solida
“I Soliti Idioti 3 – Il ritorno” presenta – o perlomeno vorrebbe presentare – una critica umoristica e colorata dell’Italia contemporanea. I personaggi, tuttavia, non sono altro che caricature – fin troppo estreme e superficiali, a dire il vero; a prova di idiota, appunto – delle diverse tipologie di italiano medio che è possibile incontrare andando a zonzo per il Bel Paese.
Il film, inoltre, manca di coesione narrativa. Pur sforzandosi ostinatamente di proporre una serie di gag divertenti, fallisce nel creare un flusso narrativo coerente, incorrendo così nel rischio di perdere l’attenzione dello spettatore. La fruizione del film risulta quindi frammentata, più simile ad un susseguirsi di momenti comici autonomi che non ad un tutto organico.
Insomma, lo sapevamo, film di questo tipo non vanno valutati sulla base della loro trama, del loro intreccio narrativo, e tuttavia, si suppone, dovrebbero almeno farci ridere. Ecco, non è stato il caso.
Voto: 2. I soliti idioti, per questa volta, sono stati rimandati. Anche l’idiozia, loro lo sanno – ehm, lo sapevano – meglio di chiunque altro, è un arte. Non basta a se stessa, ma deve far riflettere, deve affinarsi e raffinarsi. Deve, insomma, tante cose. Cose che Biggio e Mandelli non hanno potuto. Non questa volta.