The Beat Bomb è un documentario scritto e diretto da Ferdinando Vicentini Orgnani, che racconta l’amicizia del regista con Lawrence Ferlinghetti.
The Beat Bomb è un documentario scritto e diretto da Ferdinando Vicentini Orgnani, che racconta l’amicizia del regista con Lawrence Ferlinghetti, poeta e talent scout della Beat Generation. Scopriamo tutti i dettagli sul film.
The Beat Bomb è un documentario scritto e diretto da Ferdinando Vicentini Orgnani, presentato al Torino Film Festival, fuori concorso nella sezione Ritratti e Paesaggi. Il film è uscito nelle sale cinematografiche il 13 aprile 2023, ma probabilmente arriverà presto anche su qualche piattaforma di streaming. Nel documentario compaiono Lawrence Ferlinghetti, il protagonista, Jack Hirschman, Amanda Plummer, Joanna Cassidy, Michele Placido, Tony Lo Bianco e Paolo Fresu, che ha curato le musiche del film. Il documentario è prodotto da 39films in coproduzione con Luce Cinecittà. La pellicola, che è stata girata tra Roma e San Francisco, racconta l’amicizia che è nata tra il regista e Lawrence Ferlinghetti, poeta e talent scout della Beat Generation.
Il film è un viaggio che parte dal 2007 e segue Ferlinghetti fino a dopo la sua morte, a quasi 102 anni, nel 2021. In questo lungo percorso si incontrano anche i suoi più grandi colleghi, come Hirschman, Plummer e Cassidy, e vengono anche evocati alcuni protagonisti indimenticabili della Beat Generation, come Jack Kerouac. Il film parla anche di politica, anarchismo e di altre tematiche molto importante. Si tratta di un vero e proprio viaggio che tocca tanti temi e osserva Ferlinghetti da tutti i punti di vista, facendolo percepire al pubblico come ancora presente. Alla fine del film si vede il pubblico di uno spettacolo a Roma pieno di fogli scritti con le sue poesie. Non è necessario conoscere la poesia di Ferlinghetti per guardare e capire questo documentario, perché la pellicola The Beat Bomb riesce a stimolare la curiosità dei telespettatori sulle sue parole, facendo conoscere un grande autore di un’epoca di cui è letteralmente stato uno degli artefici, la Beat Generation, un movimento culturale fuori dagli schemi.
Il poeta è stato anche titolare di una libreria anarchica, come lui stesso l’ha definita. L’anarchismo è uno degli argomenti trattati, in cui ricorda l’indole pacifista del movimento. Viene mostrato lo sguardo di un uomo pronto a inchiodare la sinistra americana alle sue responsabilità, per aver abbandonato la sua ideologia spostandosi verso posizioni moderate. Il percorso nel film mostra il poeta tra il presente, in cui vive nelle sue parole, e il passato, in cui esisteva anche fisicamente, con continui salti temporali. Seguendo la pellicola si ha la percezione di quanto Ferlinghetti sia ancora vivo, non solo nelle parole di chi lo ricorda ma anche nelle sue stesse parole e nei suoi dipinti, visto che era anche un grande pittore. Il passato che viene raccontato non è privo di problemi sociali, ma la forte presenza degli autori della Beat Generation riusciva a dominare le cose. Nel documentario c’è anche tanta musica, soprattutto il jazz, inizialmente ignorato e poi diventato l’emblema della Beat. E si parla anche di San Francisco, una città difficile, particolare, piena di problemi sociali, aiutata dalla stessa comunità di artisti di cui faceva parte Ferlinghetti. Il messaggio della cultura che batte il degrado sociale è molto forte.