Torino torna a essere violenta con il remake di Luca Canale Brucculeri ispirato al film cult del 1977 diretto da Carlo Ausino.
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“Torino Violenta”, film cult del 1977 scritto e diretto dal Carlo Ausino avrà il suo remake: a realizzarlo è Luca Canale Brucculeri, regista torinese con all’attivo due lungometraggi distribuiti su Amazon Prime Video USA e UK.
La regia del nuovo lungometraggio è stata affidata a Luca Canale Brucculeri e l’ispirazione del remake arriva dal soggetto originale di Ausino, diverso in molteplici punti rispetto al film del 1977.
Da torinese doc si gode il nuovo progetto e commenta: “Sono felice di potermi dedicare nuovamente al cinema di genere e di poter girare a Torino, la città che amo. Stiamo lavorando alla sceneggiatura basandoci sugli appunti e sugli scritti di Carlo Ausino che abbiamo ritrovato: per me è un’esperienza nuova e bellissima e spero di poter rendere omaggio al grande Artista che è stato”.
Ausino si è spento a 82 anni, nell’anno più funesto: il 2020. È stato proiezionista e operatore, direttore della fotografia, comparsa e montatore dei suoi film. Visceralmente appassionato al grande schermo, ha amato Torino e l’ha fatta conoscere sul grande schermo. Nato a Messina, era arrivato in Piemonte da bambino, prima a Druento e poi a Torino, quando la sua famiglia era sfollata per la guerra. Il capoluogo piemontese ha adottato il futuro regista, che se ne è innamorato. Si è guadagnato l’appellativo di “artigiano del cinema”, appassionato come il piccolo Salvatore di “Nuovo cinema Paradiso” (con il quale condivide persino la città natale). La sua grande occasione arriva nel 1977 con “Torino violenta”.
“Avevo preso spunto da quattro articoli apparsi sui giornali nel giro di pochi giorni. Quattro storie apparentemente slegate fra loro, ma che avevo trovato interessanti dal punto di vista del racconto. Mi sono messo al lavoro e ne ho ricavato una sceneggiatura”, raccontava. In quindici giorni la pellicola era pronta.
Non solo il ritorno di “Torino Violenta”. Il remake, infatti, fa parte di un progetto più ampio, dedicato al regista scomparso nel novembre del 2020: un percorso culturale che comprende la digitalizzazione del film originale, una mostra dedicata al regista e un libro. Il progetto cross-mediale è curato dai giornalisti Silvia Donatiello (nipote di Ausino) e Fabrizio Vespa, che supervisioneranno anche la sceneggiatura del remake. A curare la produzione esecutiva del film sarà LMC Vision snc, società di produzione torinese, mentre il ventaglio produttivo del film è ancora in fase di definizione.
La nipote di Carlo Ausino ha dichiarato: “Abbiamo a disposizione tutto il materiale conservato che spazia dai manifesti, ai memorabilia, alle sceneggiature e pellicole originali. L’idea è di creare una mostra che non sia solamente incentrata su di lui, ma sulla Torino che ha saputo raccontare così bene nei suoi film e con le sue fotografie“.
Vespa, invece, ha sottolineato: “Quello che colpisce ancora a distanza di tempo di “Torino Violenta” è probabilmente il suo carattere enciclopedico, nel senso di un’opera in cui lo spirito visionario di Ausino ha cercato di concentrare in uno solo mille generi diversi, dal classico thriller al giallo, fino all’horror da fumetto mescolato ai classici del noir americano. Che poi la critica o chi per essa abbia coniato la definizione di “poliziottesco” poco conta. Di fatto ciò che aveva in mente “Carlitos”, come lo chiamavano i suoi intimi, era quello di scuotere lo spettatore “con ogni mezzo necessario” come avrebbe detto qualche suo coevo, nonostante i mezzi dell’epoca, tecnici ed economici, fossero quelli del cinema forgiato dai grandi artigiani della celluloide, artisti coraggiosi e avventurieri del grande schermo che tutt’ora offrono il loro bacino di sogni e il loro immaginario a una sponda importante di autori internazionali di grande successo”.
A Torino un’organizzazione composta da alcune famiglie di mafiosi di origine meridionale e da delinquenti francesi commette efferate rapine e conduce studentesse minorenni sulla via della prostituzione, irretendo tali ragazze con l’uso di droghe pesanti alle feste, violenza sessuale e successivi ricatti con foto compromettenti.
Contro questo losco traffico combatte il commissario Ugo Moretti. In questa lotta per la giustizia compare un assassino misterioso che uccide scientificamente i mafiosi. Le morti vengono interpretate dai clan che si spartiscono il dominio della città come una lotta intestina fomentata dai francesi, e inizia così una guerra criminale tra le due fazioni.
Il misterioso killer altri non è però che il commissario Moretti. Questi, vistosi scoperto dal collega Danieli, che gli rinfaccia l’uso della violenza minacciando di denunciarlo, cerca allora di uccidere il poliziotto per ottenerne il silenzio e continuare la sua attività di giustiziere.
L’esito finale sarà, invece, la sua morte per mano del poliziotto, mentre nel frattempo le due bande vengono sgominate.