La piattaforma Hbo ha cancellato dalla sua piattaforma Via col vento di Victor Fleming. La scintilla che ha fatto scoppiare il problema è stato il brutale omicidio del nero George Floyd da parte del poliziotto David Chauvin, e da allora sono nati i movimenti e le proteste negli Usa e in tutto il mondo. John Ridley, sceneggiatore del film 12 anni schiavo, dove si mostra il feroce spaccato di un nero costretto a lavorare in una piantagione, ha fatto immediatamente pressione all’Hbo per sopprimere il film dalla programmazione, riuscendo a soddisfare il suo capriccio.
Via col Vento è razzista?
Vincitore di 10 premi Oscar, Via col vento, calcolando l’inflazione, è il film americano che ha incassato di più nella storia del cinema, diventando l’emblema dell’imperialismo bianco, rigorosamente made in Usa. Tratto dall’omonimo romanzo di Margareth Mitchell, il film non tratteggia solamente le vite di Rossella O’Hara e Reth Butler, ma soprattutto quella dell’America rampante, pronta a fissare l’orizzonte con aria sprezzante, nonostante la povertà, la morte dei propri cari e la guerra da parte dell’esercito dell’Unione.
Sullo sfondo, compare ovviamente la condizione di schiavitù dei neri, che lavorano nella magione di Rossella O’Hara. Il personaggio che meglio identifica il problema è sicuramente quello della cameriera Mami, interpretata da Hattie McDaniel. Durante la visione del film, l’aspetto che colpisce maggiormente è l’accettazione quotidiana del servilismo dei neri in favore dei padroni bianchi, diventata nella finzione consuetudine riconosciuta.
Ma il tema non è così banale come appare: agli oscar di quell’anno Hattie McDaniel per quel ruolo vinse la statuetta come miglior attrice non protagonista, e fu la prima donna di colore a riuscire nell’impresa. Un paradosso che deve far riflettere sull’importanza che il film abbia avuto sulla storia americana.
Ha senso giudicare il 1939 con gli occhi del 2020?
È legittimo glorificare o condannare un periodo storico diverso da quello che si sta vivendo? Non sarebbe più saggio cercare di comprenderlo e analizzarlo, per studiare l’evoluzione della nostra società?
Infatti nella storia della cinema, da un decennio all’altro, i cavalli di battaglia vengono puntualmente messi alla berlina, rigirati e rivoluzionati, tranne per il caso del cinema italiano, che non evolve da quarant’anni. Anche la Disney ormai propone modelli diametralmente opposti alle principesse classiche, adattandosi ai tempi. Adesso ci sono eroine sfrontate e non più dipendenti dal principe azzurro, affascinante e vanesio.
Nel 2020 Via col vento non può essere giudicato altro che razzista, ma nel 1939 dipingeva meravigliosamente l’America del tempo. Quindi a voi la decisione, cari lettori.